Onsyzygy |
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| Scoprii Range Murata proprio con Blue Submarine no. 6, durante le gloriose anime nights di MTV della fine degli Anni Novanta, inizio Duemila. Mi colpii molto il suo stile, così futu-rétro. La storia era forse un po' troppo ambiziosa anche se l'idea di fondo era nobile e pienamente inserito nella tradizione giapponese del discorso sulla natura, legato forse al taoismo e all'animismo, volto a evidenziare la mancanza di rispetto dell'uomo nei confronti delle forze della natura. C'è anche un po' de "L'isola del Dr. Moreau" dentro, e altro ancora.
Fece molto scalpore all'epoca perché fu uno dei primi se non il primo anime a integrare effetti in CG nella normale animazione analogica, con effetti non sempre entusiasmanti, ma che fu il "proving grounds" per Last Exile. Lo fu anche in altri modi, con i suoi personaggi: la protagonista femminile, Mayumi Kino, è un incrocio tra Tatiana Visla e Lavie Head, sia come fisionomia che equipaggiamento. In certi disegni di Murata il paragone è talmente evidente da essere imbarazzante.
Ritengo Blue Submarine un buon anime, figlio della generazione di quei tempi, in cui questo tipo di media era diventato maturo al punto di essere narrativamente indipendente da ogni altra cosa.
Di Range Murata sentii parlare quasi subito dopo, quando rividi il suo stile nei trailer di un nuovo anime... e non potei fare a meno di notare la somiglianza tra le scie di nuvole e quelle d'acqua dei due diversi anime... il momento in cui la CG stava unendo due diverse storie a una medesima tecnica narrativa e visiva, verso una nuova strada. Quel nuovo anime della Gonzo era Last Exile.
(Grazie Sonnen per averlo tirato in ballo, pensavo se ne fosse già parlato qui!)
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